QUANDO PER UN CRIPTIDE IL RASOIO DI OCCAM NON FUNZIONÒ

Pelobate criptozoologia

LA CRIPTOZOOLOGIA

Esiste una disciplina ancora non ufficialmente riconosciuta: la Criptozoologia dal greco kryptós = nascosto e zoologos = dal greco: zoon = animale; logos = studio; quindi una disciplina che ricerca e scopre “gli animali “nascosti” ; il termine Criptozoologia fu coniato da Heuvelmans nel 1982.
Sempre Heuvelmans definisce questi “animali nascosti” come quegli animali la cui esistenza è sconosciuta alla scienza, ma non alle popolazioni locali che condividono con essi il territorio, o gli animali di cui esiste qualche conoscenza indiretta (leggende, avvistamenti, impronte, etc.) comunque insufficienti a dimostrarne l’esistenza (Heuvelmans 1982).

Tali animali in questi casi vengono definiti criptidi termine per indicare animali di cui l’esistenza è sostenuta da tradizioni leggende e/o semplici avvistamenti, ma di cui ancora non esistono prove certe della loro esistenza.

IL RASOIO DI OCCAM

Esiste poi il cosiddetto Rasoio di Occam, un concetto enunciato dal frate Francescano e filosofo Guglielmo da Occam nel XIV secolo e che è alla base del pensiero scientifico moderno. Brevemente il “Rasoio” dice che, durante una ricerca “Bisogna eliminare nettamente e mediante approssimazioni successive le ipotesi più complicate (come tagliandole con un rasoio) e quella più semplice quasi sempre è la soluzione esatta”.

IL PELOBATE FOSCO

Pelobate Fosco Rospo dell'Aglio

Vi è un caso in cui il metodo del Rasoio di Occam, però, non funzionò.
Si trattò di un caso in Romagna riguardante un animale che non era un vero e proprio “criptide”, ma lo si poteva considerare tale a livello locale: il raro anfibio Pelobates fuscus, volgarmente chiamato Pelobate fosco o anche Rospo dell’aglio (perché in certe condizioni emette un intenso odore di aglio per difesa). Questo anfibio è presente in alcune zone d’Europa ed in Italia a Nord del Fiume Po. Anzi, da sempre pareva che il fiume Po potesse costituire una “barriera ambientale” invalicabile; infatti le segnalazioni a sud del grande fiume si sono sempre presentate dubbie ed anche inesatte, come ad esempio un ritrovamento di grossi girini attribuiti a tale anfibio nei fossi della Rocca Brancaleone a Ravenna. I girini di Pelobati sono molto grandi, ma in questo caso risultarono poi essere di Rana verde; in certi casi i girini di Rana verde di definiscono con corredo “poliploidi” quindi con numero di cromosomi maggiori e di conseguenza hanno dimensioni più grandi della norma.
Va detto che nel 2001 un esemplare di Pelobate era stato trovato nel Boscone della Mesola (FE) (quindi ancora Emilia), ma tale ritrovamento fu totalmente casuale e sia l’esemplare che altri avvistamenti non furono confermati.
Qui entrano in gioco professionalità e passione. Qualità fondamentali sia per indagare misteri che per essere un ricercatore scientifico puntuale.

ALLA RICERCA DEL PELOBATE

Girino Pelobate

Per lungo tempo sia naturalisti professionisti che semplici appassionati avevano cercato anche in Romagna il Pelobate fosco, senza nessun risultato fino ad esprimere il giudizio “Il Pelobate non è presente in Romagna”. Anche io ed altri amici, per anni e anni, l’avevamo cercato o meglio avevamo cercato i siti riproduttivi, dato che quasi tutti gli anfibi si accoppiano e si riproducono in acqua, e sembra che prediligano le zone sabbiose come i campi di asparagi. Pur avendo ritrovato gli habitat giusti, in base al Rasoio di Occam la soluzione scientifica più semplice avrebbe dovuto essere “lI Pelobate fosco non è presente in Romagna”.
Ma qualcosa non mi convinceva ancora, nulla di trascendentale, nessuna sensazione “esoterica”. Mi ero documentato molto sulla letteratura di settore, e, tramite un altro naturalista, avevo individuato un ipotetico sito riproduttivo all’interno della pineta di Classe di Ravenna.

PASSIONE, SOLDI E INVENZIONI

Fino a quel momento mi ero dedicato alle mie ricerche in maniera totalmente volontaria; ma non avrei potuto permettermi di continuare così ancora per molto. Le ricerche richiedono tempo e soprattutto soldi! Per fortuna mi fu affidata una parte in un progetto di ricerca sullo status di Anfibi e Rettili in alcune zone del Parco del Delta del Po; arrivarono dei finanziamenti che mi consentirono di continuare la mia attività in libertà. Si poneva il problema della cattura di alcuni esemplari a fini di studio. Le trappole che avevo in dotazione non erano il massimo e potevano essere micidiali per anfibi ed altri animali; questo l’ho sempre considerato contrario all’etica di un vero ricercatore che non uccide mai gli animali se non in casi strettamente necessari e comunque nel rispetto di una apposita normativa per tutelare la fauna (e nel caso del Pelobate anche delle Direttive CEE)
Dedicai una parte delle mie risorse per mettere in pratica una mia idea: migliorare le trappole “a caduta”. Grazie a questa migliorìa la cattura degli anfibi sarebbe potuta avvenire senza rischio di morte per l’animale.

Assieme ad altri predisponemmo il sistema di “barriere” e “trappole a caduta”: si trattava di circondare il sito riproduttivo (in questo caso un invaso) con pannelli verticali in PVC in modo che gli anfibi spostandosi sul terreno per andare a riprodursi in acqua, si sarebbero trovati le barriere e appena oltre gli unici punti in cui esse si presentavano interrotte, venivano collocati i vasi interrati in cui gli animali cadevano dentro.

…E ALLA FINE L’OBIETTIVO È RAGGIUNTO!

Grazie a questo sistema, il 12 aprile 2002, finalmente, trovai il Pelobate fosco! Mi sembrava di sognare! È proprio il caso di dire che quella volta il Rasoio di Occam non funzionò. uno dei motivi per cui il Pelobate non era stato trovato prima è che conduce attività “fossoria”: durante il giorno, cioè rimane interrato prediligendo per questo zone sabbiose ed uscendo raramente.

Pelobate svelato

Il periodo migliore per osservarlo è la primavera, quando si muove verso l’acqua per riprodursi. Forse è possibile che qualcuno l’avesse trovato anche prima di me, ma non avesse voluto divulgare la scoperta perché il Pelobate è preda ambita da collezionisti senza scrupoli.
Ciò non toglie che la mia soddisfazione nel vedere realizzate le mie intuizioni fu davvero grande!

Rocco Penazzi

Foto di Danio Miserocchi

Pelobate Fosco Rospo dell'Aglio